Gregorio Magini celebra il dispiegarsi incerto dell’epoca che viviamo e approda a una visione del futuro a cui tutti, volenti o impotenti, siamo destinati.
In un punto preciso dello spaziotempo Raffaele, satiro irrequieto, inciampa da una storia all’altra in cerca di successo e Fabio, misantropo nerd, insegue se stesso e la fortuna in un agone digitale di improbabili social. L’incrocio sbilenco delle loro vite innesca un romanzo selvaggio, labirintico, possente.
Cometa è l’epopea disastrata, erotica e lisergica degli eroi senza motivo. Archetipi di una generazione fuori fuoco, il cui centro è dappertutto ma sempre altrove. L’odissea senza approdo di una stirpe di eletti a niente che cavalca il progresso come una pulce su un cavallo imbizzarrito, traghettata da sogni frenetici e deliri tecnologici.
“Era così. In fondo l’aveva sempre saputo che il suo tempo consisteva in una serie di piani vuoti intervallati da idee folli, a cui seguivano brevi esplosioni di attività furiosa, che si risolvevano in silenzio, inazione, insensatezza”
Gregorio Magini, nato nel 1980, vive e programma a Firenze. Ha fondato e coordinato il progetto Scrittura Industriale Collettiva, da cui è nato In territorio nemico (minimum fax, 2013). I suoi racconti sono apparsi sulle maggiori riviste letterarie italiane e su numerose antologie. Dopo l’esordio di La famiglia di pietra (Round Robin, 2010), torna al romanzo con Cometa.
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