“La madre di Eva” recensito da Luciano Del Sette su ALIAS – IL MANIFESTO

Eva in sala operatoria – di Luciano Del Sette

“Sono qui, Eva, sono accanto a te. Sono seduta nel corridoio freddo di fianco alla sala operatoria, dove tu sei sdraiata, nuda, per l’ultima volta donna, bambina, femmina”. È questo il dolce e insieme crudo incipit dell’esordio letterario di Silvia Ferreri. Cronaca e romanzo, generi che qui si intrecciano felicemente, narrano di due esistenze, di madre e di figlia, destinate a cambiare quando Eva, compiuti diciott’anni, può esaudire il desiderio di diventare uomo, coltivato dall’infanzia.

Le voci del presente spezzano a tratti il muto monologo della donna che attende nel corridoio di una clinica serba, “Ogni tanto rispondo al telefono, qualcuno mi chiama dall’Italia per avere notizie, per darmi conforto, o per riceverne”. Poi il chirurgo , le infermiere, l’anestesista; i ricordi “Io e tuo padre ci sedemmo vicini… Ascoltavamo i dettagli dell’operazione senza parlare”.

La memoria riannoda i fili di un amore incrinato da debolezze soffocate nell’ipocrisia, messo sotto accusa dal mondo esterno, smarrito di fronte, a una realtà sovente difficile da accettare, disorientato dagli errori. Un amore che tra poco, forse per la prima volta, conoscerà la bellezza e la forza di saper sorridere.

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