Paragonato dalla stampa tedesca ai romanzi sul nazismo di Jonathan Littell e Martin Amis, il Tagesspiegel lo ha definito “un romanzo impressionante”.
1950. Un uomo senza nome fugge da un’Europa lacerata dalla guerra per un misterioso crimine commesso. Al di là dell’oceano c’è l’Argentina.
Mentre la lotta anticomunista si sta organizzando in tutto il mondo, Albert Dallien – questo il nome che gli verrà dato – comincia la sua nuova vita in una Buenos Aires carnale e impenetrabile, rifugio di criminali nazisti, di traffici e servizi segreti deviati, dove l’unica cosa che conta è scegliere il ruolo da giocare e farlo nel miglior modo possibile.
L’uomo che viaggiava con la peste, partendo da una precisa ricostruzione storica, schizza il ritratto intimo di un’epoca che ha riciclato senza scrupoli la parte più buia della nostra storia. Con uno stile rigoroso e avvincente, Devannes traccia la parabola di un uomo segnato da una colpa oscura e dalla continua negazione della propria identità, quasi fosse lo specchio di un mondo che stentava a trovarne una.
“Non mi ci è voluto alcun missile per vivere tra degli extraterrestri. È bastata la menzogna”
Traduzione di Camilla Diez
Vincent Devannes, francese, è autore di sceneggiature e cortometraggi che hanno partecipato a importanti festival internazionali come quelli di Montreal e di Berlino. Sotto lo pseudonimo di Gustav Caroll ha pubblicato una satira, Contre lo sport, che ha avuto un grande successo di critica. Dopo Memorabilia, sta scrivendo il suo terzo romanzo. L’uomo che viaggiava con la peste, tradotto in tedesco ed ora in italiano, è il suo primo romanzo.
RASSEGNA STAMPA
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