LA GENTE NON ESISTE recensito su “Leggere Tutti” da Giulia Siena

Tanti individui, ma nessuna folladi Giulia Siena

Sono strade di asfalto fuso, condomini grigi disposti lungo i bordi del centro, file di ombrelloni sulla sabbia, cieli bianchi, sale dell’oratorio adibite a luoghi di incontro per riunioni condominiali. Sono luoghi quotidiani esposti al semplice logorio del tempo; sono luoghi come tanti, sono qui, altrove. I luoghi descritti da Paolo Zardi ne “La gente non esiste” (NEO Edizioni) sono scenografia essenziale e determinante dei ventisette racconti che compongono questo libro. Gli spazi – interni, esterni, – diventano, grazie alla penna di Zardi, un ulteriore e determinante personaggio. È alle ambientazioni che si deve l’elemento rarefatto, quotidiano, malinconico e realistico che tanto coinvolge nella lettura. Le storie che si intrecciano su questa scenografia ben congegnata parlano di individui alle prese con la propria vita in un momento come tanti o fasi determinanti per il futuro.

È un momento di crescita e di evoluzione quello che sta vivendo Sara (Urano). Vive in una casa a Milano con suo fratello Matteo e sua madre. Suo padre non c’è più, non ci sono i soldi, ma si deve crescere comunque, anche se tutti parlano della fine del mondo e domani non sarà certo il risveglio. Quello che cerca è sentirsi amata e trova quel barlume di amore nell’occhio lontano e azzurro di suo fratello.

Il sorriso di Anna – pacifico, sofferente e risolutivo – pronuncia “Sotto ogni cuscino c’è un Dio” (racconto omonimo) e lo fa senza nessuna spiegazione apparente, eppure quella frase mette in moto la ricerca di una conferma: nelle stelle, nell’aldilà, nelle cose. Viaggiare diventa così un altro modo per aggiungere consapevolezza alla grazia delle piccole cose, alla fortuna di essere, di andare e di tornare. Anche se al ritorno Anna non ci sarà più. In tutte queste storie, comunque, il filo essenziale è un senso di appagamento – che non è detto sia un arrivo – dopo una estenuante ricerca. L’appagamento che dona la serenità di aver fatto tutto il possibile, anche se non sarà abbastanza.

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