Il poeta pescarese Roberto DI Egidio presenta il suo libro. – di Rosa Anna Buonomo
PESCARA. Un poeta pescarese Roberto Di Egidio ospite questa sera al “Mei” di Faenza per presentare “La mia Waterloo ventricolare”, definito un libro di poesie dal sapore pop. Edito dall’etichetta abruzzese Neo Edizioni, il libro si prepara ad essere presentato alla fiera delle etichette indipendenti di Faenza, dove Di Egidio è atteso come ospite all’interno dell’appuntamento “Suona la Poesia”, ideato dal Mei in collaborazione col Festival internazionale della Poesia di Genova.
Alle 21, all’interno della Galleria d’Arte della Molinella, nel centro storico della cittadina romagnola, l’autore di una delle pubblicazioni poetiche contemporanee che più hanno incuriosito la critica nell’ultimo anno, sarà protagonista di un incontro, presentato dalla giornalista di Radio Rai Web Sara Sanzi, all’insegna della poesia indipendente nell’anima e nello sguardo. Sarà infatti il nuovo sguardo a farla da padrona, uno sguardo su ciò che significa fare poesia oggi e sul significato che ancora le si può attribuire. «Mi sono ritrovato a scrivere poesie perché volevo scrivere testi di canzoni», racconta l’autore, convinto assertore del legame imprescindibile che lega la musica alla poesia.
Da sempre musicista, da un po’ scrittore, una laurea in filosofia e Una esperienza di vita all’estero. Come nasce la tua Waterloo?
«Nasce da una scoperta. La scoperta del potere della parola avvenuta proprio lavorando su testi di canzoni. Un giorno, improvvisamente, quell’universo di parole mi è apparso vivo, pulsante, ne potevo sentire il respiro che poi è il s respiro dell’Universo. A questa personale folgorazione sulla via di Damasco si unisce un incontro fondamentale che è stato quello con il mio editore ed amico Francesco Coscioni che con coraggio e tenacia ha dato vita alla Neo edizioni. Il mio libro ne ha inaugurato la collana “Intimate”, dedicata appunto alla poesia».
Sfogliamo il suo libro “La mia Waterloo ventricolare”, una raccolta di poesie pop, poesie. agili, fresche, divertite, lontane anni luce da tutto ciò che sa di accademia e contrizione.
«Sì, parlo del quotidiano, di argomenti che vanno dalla televisione ad un amore che finisce. ll fatto che ci sia il quotidiano lo rende familiare, scrivo di emozioni».
Lei nasce come musicista e si è poi dedicato alla scrittura, si sente più legato al mondo della musica o a quello letterario?
«Mi sento legato a qualunque forma di espressione artistica con cui possa confrontarmi. Non credo che la poesia sia più o meno importante della musica. E’ la prima volta che pubblico poesia, ma ho sempre scritto (ndr ultimamente un racconto di Di Egidio è stato inserito nell’antologia “E morirono tutti felici e contenti” sempre edita dalla Neo edizioni), è un mio modo per rendere le mie emozioni “visibili” e fermarle. Scrivere poesie è accordarsi con l’intorno».
Cosa sta facendo Di Egidio musicista?
«Ho militato in diverse formazioni musicali, tra cui quella dei pescaresi “Giuliodorme” come bassista. Ho suonato la tromba nella big band del mio amico e maestro Maurizio Rolli quando questa era ai suoi esordi. Attualmente suono con i Mui, un progetto di musica strumentale formato da musicisti internazionali con un nucleo centrale abruzzese, una band nata a Barcellona, la città in cui ho vissuto negli ultimi 4 anni. Ad ottobre “La mia Waterloo ventricolare” continuerà il suo tour, i prossimi appuntamenti sono il 13 a Roma, il 14 a Formia, il 15 a Cava de’ Tirreni e il 16 a Nocera Inferiore».